Biova
Un panino tondo dalla sofficità che incanta, dal sapore avvolgente e dalla crosta croccante che si contraddistingue per il suo speciale taglio centrale.



Contenuti realizzati dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Biova e Nutella®, non è soltanto una perfetta accoppiata regionale, è molto di più.
Biova e Nutella®
La crosta che si sbriciola a ogni morso, il sapore tostato che si accompagna al flavour della nocciola, la mollica, bianca e asciutta. A colazione arricchisci la tua porzione di biova con uno yogurt bianco e una ciotola con frutti rossi e una foglia di menta, per gli adulti una tazzina di caffè e qualche nocciola.
Aspetto e caratteristiche

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Vista
Un panino rotondo e morbidissimo, solitamente di piccole dimensioni e dalla forma oblunga. Può raggiungere un peso variabile di 50-500gr.
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Tatto
La crosta è ruvida e fragrante, mentre l’interno cavo è morbido e di colore bianco.
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Curiosità
Prima di essere infornati, i filoncini vengono incisi con un taglio per evitare che si creino delle disordinate spaccature nella crosta.
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Ingredienti
Grazie alla presenza nell’impasto dell’olio, la Biova si presenta con una crosta esterna fragrante e dorata e regala un’irresistibile croccantezza al morso.


Storia e territorio
Le origini della biova sembra siano franco-piemontesi, ma è ormai riconosciuto da tutti che questo pane fosse già presente in Valle Bormida da oltre un secolo. La sua preparazione è lenta e scandita da passaggi precisi e ben definiti. I panetti vengono lasciati lievitare sotto un telo cotonato e custoditi dentro a contenitori lignei in ambienti caldi e umidi.
La sua forma particolare richiede una certa abilità manuale che le moderne macchine stampatrici fanno ancora fatica a replicare: meglio dunque affidarsi alle mani capaci dei panettieri della Valle Bormida. Nel territorio piemontese ne esistono due principali varianti, perlopiù legate al peso: il “biovone” con pezzatura grande di 500 grammi e la “biovetta” con un peso di circa 50 grammi.
La pezzatura col tempo si è ridotta sempre più per favorire un consumo come panino farcito, anziché a fette. “Madamìm, am daga quatr-sinch biove": con questa frase in dialetto i nonni piemontesi richiedevano qualche biova alla panettiera.