La storia della crescia sfogliata di Urbino risale al XV-XVI secolo, in pieno Rinascimento, periodo storico legato al ‘fiorire’ delle arti, della cultura e, non per ultima, della gastronomia. Centro nevralgico di questo fermento era la corte rinascimentale del Palazzo Ducale del Duca da Montefeltro di Urbino.
Proprio qui si racconta che la crescia venisse già apprezzata come una pietanza “per benestanti”, “da duchi”, data la presenza di ingredienti come pepe e uova, all’epoca considerati di alta gamma. Molto poetica è invece la leggenda che ruota intorno all’invenzione di questa ricetta: una giovane fornaia marchigiana, osservando il sole calare tra le torri del Palazzo Ducale, pensò di preparare qualcosa che fosse ispirato al desiderio di libertà del sole. È tipica di Urbino, ma esistono diverse varianti regionali nelle Marche e in Umbria.
Risale al 1903 la lettera di Giovanni Pascoli a un amico di Urbino, nella quale il noto poeta fa riferimento alla crescia: “…son più di trent’anni che non vedo Urbino, e la vedo sempre! Non m’è uscito di mente nulla, nemmeno la Baciocca dove ci facevamo fare le crescie!”.