Puccia
Un piccolo panino rotondo ideale da farcire, riconosciuto ormai come un’icona dello street food pugliese.



Contenuti realizzati dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Una combo all’insegna della morbidezza: l’unica componente croccante che emerge qui è il ricordo della nocciola.
Puccia e Nutella®
La puccia accoglie con tutta la sua mollica la porzione di Nutella®. La puccia è servita sul piatto, il vaso di fiori retrocede per far spazio alla moka fumante, una coppetta d’uva a testa e due tazze di latte e caffè bollenti.
Aspetto e caratteristiche

-
Vista
Un panino rotondo molto morbido del diametro di circa 15-20 centimetri, di colore più scuro all’esterno e bianco all’interno.
-
Tatto
Una pagnottina morbida e soffice, ottima da imbottire, la cui caratteristica principale è di avere molta mollica che appare elastica e profumata e di essere quindi essenzialmente priva di crosta dura.
-
Curiosità
Le pagnottine lievitano per quattro-cinque ore e poi vengono cotte nel forno per 2-3 minuti per lato.
-
Ingredienti
Impasto realizzato amalgamando la farina di grano duro con il lievito di birra e un pizzico di sale e lavorato fino ad ottenere una consistenza bella elastica e soffice.


Storia e territorio
Il nome ‘puccia’ deriva dal termine latino buccellatum o puccidatu per i Romani ovvero pane militare, il pane che i legionari romani portavano con sé per le lunghe campagne.
La Puccia infatti è un pane che può essere conservato per alcuni giorni e quindi adatto anche a essere portato in viaggio. L’area produttiva di questo pane comprende prevalentemente la provincia di Lecce, ma è possibile trovarla anche in quella di Brindisi, in particolar modo a Ostuni. “Maddi cumu ‘na puccia” è un modo di dire pugliese che sta a significare “morbido come una puccia”.
Una vecchia ricetta locale prevedeva l’aggiunta de “l’aulìe” cioè olive nell’impasto, mentre alcuni preferivano cuocerla semplicemente "all'ampa", ovvero sulla fiamma, per avere un sapore più neutro.